Thursday, May 12, 2016

Esercizio di scrittura: Trama #3 ITA

Istruzioni

Cominciare a descrivere una scena in cui qualcuno vuole un oggetto concreto più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ora, continuare a scrivere includendo tutti i cinque punti chiave di una scena:

1.      Un’azione. La scena solitamente comincia con un’azione specifica;
2.      Dialogo. Ciò che due o più personaggi si dicono l’un l’altro. Ogni dialogo, e nello specifico ogni frase, dovrebbe approfondire la conoscenza sul personaggio che sta parlando oppure far avanzare la trama, o entrambe le cose;
3.      Dettagli intimi specifici;
4.      Punto di vista interiore. Cosa il personaggio pensa, osserva e considera;
5.      Definire un punto di partenza e un punto di blocco. Solitamente il punto di partenza è l’azione, mentre il punto di blocco è una conclusione alla quale arriviamo aggiungendo all’azione i punti precedenti.
Scrivere per qualche minuto, quindi dare al personaggio un malessere per cui scopre che gli rimangono solo 24 ore di vita. Questa è il primo significativo crescendo.
Scrivere ancora un po’, quindi dare al personaggio una scelta tra l’oggetto e un antidoto. Questo è il secondo importante crescendo.
Terminare la storia con una conclusione. La storia non deve superare le 400 parole.
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Per rivedere le stelle


Allungò la mano oltre le sbarre d’acciaio della sua cella, puntando alla chiave arrugginita di fronte a lui, ferma sull’umido pavimento di pietra. La più perversa delle torture per coloro che venivano imprigionati nella fortezza di Ykson, era l’impossibilità di vedere il cielo. Piccoli portelli, presenti in ogni cella, erano sempre chiusi a chiave.
Le mani di Abel erano ossute. Le sue lunghe unghie graffiavano contro la roccia, mentre le sue dita cercavano di avvicinarsi alla chiave. L’uomo ricordava i giorni in cui era un potente stregone, ma li rimembrava con rimorso, pensando alla sua situazione attuale.
Tradito e ingannato, Abel era stato incatenato e torturato per anni. Oscuri sentimenti di odio e disperazione vivevano con lui in quella cubica cella oscura, ma quando essi scomparivano ciò che rimaneva era soltanto la solitudine. Non aveva mai sperimentato una tale impotenza prima di allora. Abel si era allontanato da tutti quelli che avrebbero potuto aiutarlo, perché credeva che avrebbe potuto risolvere tutto da solo.
Comunque, mentre i lunghi capelli neri erano schiacciati contro le fredde sbarre d’acciaio, si interrogava sulle sue decisioni passate.
Abel afferrò la chiave arrugginita, provando un senso di sollievo semplicemente toccando il metallo grezzo, ma all’improvviso una frusta fendette l’aria, colpendo senza pietà la mano del prigioniero. La chiave cadde sul pavimento, tintinnando mentre una guardia si avvicinava.
«Quella non è per te, negromante.»
Il mantello nero nascondeva un corpo snello e formoso, ma non poteva celare il sadico piacere di quella voce femminile.
«Il pasto era buono? Suppongo di sì. Era il primo pezzo di pane dopo una settimana.»
Abel rimase in silenzio. Ritirò la sua mano e accarezzò la nuova ferita di frusta sul dorso.
«Scommetto che eri così affamato da non aver notato il veleno nel pane. Cosa faresti se ti dicessi che ti restano solo ventiquattro ore?»
Quella scoperta lasciò Abel impietrito. Mentre continuava a provocarlo, la guardia legò l’estremità di un sottile filo alla chiave, e l’altra estremità ad una piccola boccetta. Li avvicinò al prigioniero, poi posizionò un cuneo di ferro a metà del filo.
«Facciamo un gioco, negromante. Scegli un oggetto e prendilo. L’altro sarà trascinato verso di me. Un’antidoto per salvarti la pelle o la chiave per vedere il cielo?»
Abel scattò per afferrare la chiave. Meglio morire che vivere in catene, pensò.


***Voto personale: 7/10***
Parere personale.Descrivere una scena non è facile. Farlo bene, includendo tutti e cinque i punti chiave, è difficilissimo. Questo è un pezzo decente. Ero molto preso quando l'ho scritto e anche rileggerlo dopo qualche mese mi lascia soddisfatto.Credo di aver fatto un lavoro che va leggermente oltre la sufficienza, nonostante il numero di parole fosse decisamente limitante.

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